Flavescenza dorata, meno insetticidi e più ricerca

Trento, 19/06/2021

La lotta alla flavescenza dorata è molto complessa e ci riguarda molto da vicino. Per questo lo scorso 28 maggio come Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti – FIVI abbiamo voluto organizzare un seminario dal titolo “Flavescenza dorata della vite.
Riflessioni per una strategia di intervento condivisa”, a cui erano presenti il Sen. Gian Marco Centinaio, Sottosegretario Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, e tecnici esperti della Fondazione Edmund Mach, Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali (DI4A) dell’Università degli Studi di Udine e del Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia CREA di Conegliano (è possibile rivedere la diretta dell’incontro QUI).

Fin dal titolo del seminario come Vignaioli abbiamo voluto sottolineare l’importanza di adottare una strategia condivisa nella lotta a questa malattia, perché le azioni che vengono messe in campo per fronteggiarla incidono giocoforza in modo ampio e vanno quindi ad interessare tutti gli operatori del mondo agricolo, che devono quindi essere coinvolti.

Parlare di un prodotto piuttosto che di un altro in questo caso è però forse riduttivo. Gli insetticidi di origine chimica, come il Trebon, possono essere molto specifici ma hanno un elevato potere abbattente e sono molto tossici per le api, come sottolineato in questi giorni dagli apicoltori. Al contempo anche i piretroidi, che sono di origine naturale, agiscono ad ampio spettro e sono comunque insetticidi. Questi prodotti hanno insomma effetti negativi così forti sull’ecosistema che non possiamo pensare siano l’unica forma di lotta alla flavescenza.

Un’altra soluzione è l’estirpo immediato sia delle viti sintomatiche sia dei vigneti abbandonati, e in tal senso – come abbiamo recentemente proposto anche alla Provincia Autonoma di Trento – crediamo che le risorse allocate per la misura OCM di
ristrutturazione e riconversione dei vigneti dovrebbero essere destinate in larga parte a sostenere la sostituzione delle fallanze per moria, contribuendo in tal modo a preservare non solo la produzione, ma anche la storicità di alcuni vigneti.

Noi crediamo però che la via principale debba essere quella di un immediato rafforzamento della ricerca sulla flavescenza, allo scopo di tracciare il sequenziamento del fitoplasma di questa malattia e creare al contempo nuovi agenti di lotta più rispettosi
dell’intero ecosistema, e magari anche viti geneticamente più forti e resistenti. La FEM è già impegnata in tal senso, ma è fondamentale a nostro avviso potenziare le risorse sia in termini di finanziamento che di organico, tanto per la parte di ricerca quanto per quella di trasferimento sul territorio, e al contempo incentivare la collaborazione e le sinergie tra i vari Istituti di ricerca già attivi in questo campo, a cominciare da quelli che come FIVI abbiamo coinvolto nel seminario da noi promosso.

Matilde Poggi – Presidente Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti FIVI
Clementina Balter – Presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino