
Qual è il tuo principio ispiratore?
Creare un prodotto sano e sostenibile.
Quali sono i tuoi obiettivi?
Rispettare la tradizione, che parte dalla salvaguardia di una dimensione medio piccola dell’azienda che privilegia la produzione alla commercializzazione e quindi comporta una cura personale del lavoro nei campi e in cantina.
Come il tuo territorio/vallata (specificare quale) influisce sui tuoi vini?
I nostri vigneti sono dislocati nella Valle dei Laghi, e dunque grazie a caratteristiche pedo-microclimatiche (terreni calcarei, sbalzi termici tra il giorno e la notte nel periodo pre-vendemmia, zona molto ventilata dall’Ora del Garda) peculiari riusciamo a produrre vini unici.
Quali sono i tuoi vini?
La Schiava, in versione Rosè Spumante, classica e Vigneto Santo Poli, la Nosiola, la Negrara, antico vigneto autoctono, il Cabernet Sauvignon, classico e selezione Florilegio, e il Sauvignon Bianco, Saros.
In particolar modo il vino Saros prende il nome di un vecchio vigneto di Sauvignon Bianco. La vendemmia ritardata di un mese o più è favorita dalla singolarità climatica del luogo e permette di ottenere uve con acini infavati dalla muffa nobile “Botrytis Cinerea” la quale crea all’interno dell’acino trasformazioni tali da portare un corredo aromatico veramente composito e pregiato. Il vino affina per tre anni prima in acciaio e poi in barrique.
Sei un vignaiolo perché…
È una tradizione di famiglia, mio padre Giulio è anche lui figlio d’arte, da sempre viticoltore, vinificatore e distillatore. Da lui ho appreso la conoscenza diretta della vigna, l’orgoglio per la genuinità e la qualità del prodotto.