
Quali sono i tuoi principi ispiratori?
Lavorare in sintonia con la natura, compiendo ogni atto agricolo solo dopo aver ascoltato la terra. La nostra capacità di ascolto si è affinata nel tempo, visto che coltiviamo in bionadimanica ormai da 15 anni.
Quali sono i tuoi obiettivi?
L’obiettivo è far si che la nostra azienda diventi un organismo autosufficiente. Non vogliamo quindi crescere in termini quantitativi, bensì aprirci all’agricoltura in senso lato, coltivando anche ortaggi, altri tipi di frutti e allevando animali. Questo ci serve per creare equilibrio e allontanarci dalla monocoltura.
Come il tuo territorio/vallata influisce sui tuoi vini?
I rossi derivano dal Campo Rotaliano: questa piana alluvionale dona leggerezza ai vini, che sono espressione della luce e di quel calore che l’uva riceve sulla pianta. I bianchi invece vengono coltivati sulla Collina di Trento, dove troviamo terreni più argillosi e calcarei e questo si ritrova nei vini che sono espressioni decisamente più terrestri.
Quali sono i tuoi vini?
L’Azienda produce 7 vini. Il Teroldego viene prodotto in quattro versioni: Morei e Sgarzon, che fanno fermentazione e affinamento in anfora; Foradori che dopo la fermentazione in cemento viene affinato in botte per 12 mesi ed infine Granato che fermenta in grandi tini aperti e fa un’affinamento di 15 mesi in botte. Sempre nel Campo Rotaliano produciamo da poco il Pinot Grigio Fuoripista, mentre sulla Collina di Trento produciamo la Nosiola e il Manzoni Bianco Fontanasanta.
Sei un vignaiolo perché…
Noi, io e la mia famiglia, siamo vignaioli perchè abbiamo avuto la fortuna di ereditare questa terra e tramite il vino abbiamo la possibilità di esprimere il nostro messaggio agricolo nel mondo, con gioia e con orgoglio.