
Quali sono i tuoi principi ispiratori?
Io mi ispiro a mio padre, che con tenacia è stato il primo a volere fortemente la riscoperta e la valorizzazione di un antico vino asburgico a bacca rossa presente solo in Val di Non: il Groppello di Revò.
Quali sono i tuoi obiettivi?
Continuare l’opera iniziata da mio padre e oltre a portare avanti il lavoro di salvaguardia del Groppello, ampliarmi e focalizzarmi soprattutto in quelle varietà antiche ormai abbandonate, patrimonio della biodiversità viticola del nostro incantevole territorio. Specializzarmi poi in varietà resistenti dove la chimica passa in secondo o terzo piano superando nettamente la teoria del biologico ormai diventato quasi una prassi ma non una vera identità di produzione.
Come il tuo territorio/vallata (specificare quale) influisce sui tuoi vini?
L’azienda è situata in Valle di Non a Revò e i vigneti si trovano a 700 mt s.l.m., sulle sponde del lago di S. Giustina. Il territorio e il clima incidono positivamente sul vino infatti il Groppello di Revò è un vino di alta montagna dal forte impatto olfattivo, con sentori quasi selvatici, di uva matura, mentre in bocca è altrettanto deciso, tannico, apparentemente rustico, ma con un finale allettante e lungo. Un vino in grado di conservare nel tempo la sua storica impronta.
Quali sono i tuoi vini?
Il Groppello di Revò nelle due versioni: quello base vinificato in acciaio giovane e più beverino come natura crea e la selezione Zeremia derivante dal vigneto storico di oltre 120 anni di età su piede franco, affinato per 12 mesi in barrique di rovere. Il Maor l’unico vitigno a bacca bianca autoctono della Val di Non andato completamente scomparso ed ora riscoperto; Lo Johanniter un bianco PIWI da agricoltura sostenibile a impatto zero sia in versione ferma che spumantizzata a metodo classico.
Scrivi liberamente qualcosa, una frase, che ti rappresenta…
“Il recupero di antichi vitigni trasforma l’arte in vino.”
Sei un vignaioli perché…
Perché credo al territorio in cui sono nato e in cui vivo e penso che solo le piccole realtà sono espressione di qualità e mantenimento di quei valori sia territoriali che commerciali in cui il vignaiolo deve riconoscersi.