
Qual è il tuo principio ispiratore?
Fin da piccola la mia passione è stata la campagna; a me piace fare il vino. Lo faccio nel modo in cui interpreto io la viticoltura: ci metto dentro me stessa, le mie vibrazioni. La vendemmia avviene solo a mano, deponendo le uve in piccoli contenitori, inoltre viene fatta una cernita di grappolo in grappolo, per avere solo il meglio. La vinificazione avviene in tini di rovere aperti, la fermentazione è spontanea, nel rispetto della tradizione e del territorio.
Quali sono i tuoi obiettivi?
La mia idea futura è di dare voce all’energia della natura. Io penso che la viticoltura sia anche un lavoro spirituale e che il vignaiolo sia in comunicazione con la vite.
Il vino è una realtà multisensoriale, è un eterno presente in cui ti rendi conto che l’uomo è materia, ma anche divino. Mi piacerebbe che nel mio vino si sentisse il profumo della vita, lo stesso che si sente quando esci in primavera dopo che ha appena piovuto.
Come il tuo territorio/vallata influisce sui tuoi vini?
I miei vigneti sono in cima alla collina sopra Rovereto, da cui si vedono le piccole Dolomiti. Sono 2 ettari di vigneto e 2 ettari di bosco. Il terreno è composta da calcare grigio di Noriglio con in mezzo una striscia di Scaglia rossa, un sasso rosa di origine marina. Queste rocce molto minerali e danno un taglio caratteristico al mio vino. Circondata da montagne, boschi, querce e piante di conifere, è immersa in un ambiente unico, e, anche grazie alla brezza che costantemente spira dal Lago di Garda, gode di un microclima quanto mai adatto alla vite ed al Pinot Nero in particolare.
Quali sono i tuoi vini?
Io produco solo Pinot Nero. La nostra è una zona fredda che si adatta bene a questo tipo di vitigno. Mio padre l’ha scelto quando ha piantato le prime vigne ed io ho seguito le sue tracce.
Sei un vignaiolo perché…
Mi piace fare il vino come lo interpreto io. Diventa così una parte di me, trasmette le mie vibrazioni.